Il compromesso è l'arte di tagliare una torta in modo tale che ciascuno creda di avere la fetta più grossa.

Jan Peerce

Dolci preparati con le amiche, che tra chiacchiere e risate non vengono neanche mangiati.

Dolci dei giorni tristi, quando la casa è invasa dal profumo di cioccolato, e che consolano sempre.

Dolci delle feste, delle occasioni speciali, con cui si deve fare bella figura, ma con poca fatica!

Dolci della nonna, tramandati di madre in figlia, "quelli sì che vengon buoni!...".

Dolci sbagliati e non sai spiegarti il perchè.

Dolci sempre uguali e sempre diversi, quelli pronti sempre al momento giusto, menomale.

...Nulla può competere con il sapore di un dolce fatto in casa.

martedì 15 gennaio 2013

Pandolce genovese

Canzone consigliata per la preparazione:
"Creuza de ma", Fabrizio De Andrè

A Genova il sapore del mare è camuffato nei carruggi umidi e nel vento freddo di Gennaio.
Si percepisce negli alberi, nei negozi alla domenica con le serrande abbassate, nel profumo delle focaccerie, ah!, le focaccerie di Zena...
Il profumo del mare si sente nella bellissima Chiesa che non avevi notato, anche se giureresti di essere passata di lì almeno cinque volte.
Si sente nel sole, che scalda nonostante sia pieno inverno e la gente cammini imbacuccata nei cappotti pesanti. 
Si sente nel finestrino del treno, che tra una galleria e l'altra si tinge d'azzurro e di luce; si sente al mattino presto a Principe, nei pendolari che scendono dal treno assonnati e silenziosi.
Il sapore del mare è negli autobus affollati, in Piazza De Ferrari, nelle crose in mattoni tra le case, nelle trattorie tipiche con i loro polpettoni di fagiolini, proprio come quelli che facevano le nonne.
Il sapore del mare di Genova è nei cantieri navali al Porto Antico (e dove sennò?), all'Acquario, ma anche in Via Balbi, nel centro storico, nei palazzoni accoccolati sui monti. 
« Cose diesci se ghe föse,
pe poeì dì: dulcis in fundo,
dö-trae fette de pan döçe?...
Sae o menù completo e riondo... »
 
Il Pandolce genovese, (ma quello basso eh!), è uno dei miei dolci preferiti, in assoluto. 
Tanta, tantissima soddisfazione nel farlo in casa. Il gusto di anice che fa da padrone, i pinoli, i canditi dolci.
Approvato da un genovese doc, mio padre.:-)

Pandolce antica Genova
(da una ricetta trovata sul web di Francesco Crocco, Pasticceria Poldo di Genova Pontedecimo)

Ingredienti per un pandolce:
- 225 g di farina manitoba
- 100 g di farina 00
- 225 g di uvetta
- 125 g di zucchero

- 110 g di burro
- 75 g di acqua

- 35 g di latte
- 65 g di scorzette d’arancia candite
- 60 g di cedro candito

- 25 g di pinoli
- 2,5 g di semi di anice
- 2 g di acqua di fiori d’arancio

- 5 g di lievito chimico

Mettete l'uvetta in ammollo. In una planetaria versate il burro ammorbidito, lo zucchero e gli aromi, quindi frullate finchè non otterrete un composto morbido e spumoso. 

Aggiungete le farine setacciate, il lievito, il latte e l’acqua. Impastate con il gancio per gli impasti duri oppure a mano finchè non è bene amalgamato, poi incorporate la frutta candita.
Adagiate il pandoro su una teglia foderata di carta da forno, appiattitelo un po' e tornitelo, dandogli la classica forma. Lasciatelo riposare, coperto con un canovaccio pulito, per circa 10 minuti e nel frattempo preriscaldate il forno a 180°C.
Fate cuocere per 65-70 minuti, coprendolo con un foglio di alluminio se tende a scurire troppo in superficie o se vi sembra che l'uvetta bruci. Fate la prova dello stecchino per controllare la cottura. Una volta cotto, sfornatelo e lasciatelo raffreddare completamente. 
Si conserva a lungo, chiuso in una scatola di latta o ancora meglio in un sacchetto di plastica.

giovedì 3 gennaio 2013

Semifreddo agli amaretti.. again and again!

                                                         Canzone consigliata per la preparazione:
 "Un romantico a Milano", Baustelle


Anno nuovo, post nuovo, ricetta nuova.
O forse no.
Così come mi piace rispolverare dall'armadio i vestiti un po' vintage, così come amo le foto vecchie in cui ci si riconosce a stento, andare a ritrovare, rivedere e soprattutto risperimentare vecchie ricette ha un sapore unico.
Per questo partecipo molto volentieri alla raccolta di Milla, nata dal desiderio di raccogliere le ricette più cliccate dei nostri blog, così da avere una lista di piatti infallibili e per i palati più diversi.  
Per quanto riguarda il mio blog, la ricetta più cliccata in assoluto, anche se dal numero di commenti forse non si nota, è un classico dei classici: il semifreddo agli amaretti.
Lo so che alcuni l'avranno già visto, ma insomma.. lo spazio per un piccolo dolcetto, - anche se già postato -, c'è sempre, no? 
E' buono, anzi buonissimo! 
E poi, bè, chevvelodicoafà.. di sicura riuscita. 
Farete un figurone.
   
Dal ricettario "Voglia di dolce", di Matilde Vicenzi
Ingredienti per circa 12 stampini di alluminio:
- 80 g di zucchero
- 1 confezione di amaretti secchi (200 g)
- 400 ml di panna fresca
- 5 uova
Sbattete i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere una crema chiara e spumosa. 
Sbriciolate (anche con le mani) grossolanamente gli amaretti lasciandone alcuni interi per la decorazione ed uniteli al composto di uova e zucchero. Montate poi la panna e incorporatela al composto insieme agli albumi montati a neve. Mescolate delicatamente dall'alto verso il basso, in modo che nè la panna nè gli albumi si smontino. 
Versate il tutto in stampini monoporzione e poi metteteli in freezer per almeno 8 ore. 
Sformate il semifreddo e servitelo, magari accompagnato da una colata di cioccolato fuso.

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