Il compromesso è l'arte di tagliare una torta in modo tale che ciascuno creda di avere la fetta più grossa.

Jan Peerce

Dolci preparati con le amiche, che tra chiacchiere e risate non vengono neanche mangiati.

Dolci dei giorni tristi, quando la casa è invasa dal profumo di cioccolato, e che consolano sempre.

Dolci delle feste, delle occasioni speciali, con cui si deve fare bella figura, ma con poca fatica!

Dolci della nonna, tramandati di madre in figlia, "quelli sì che vengon buoni!...".

Dolci sbagliati e non sai spiegarti il perchè.

Dolci sempre uguali e sempre diversi, quelli pronti sempre al momento giusto, menomale.

...Nulla può competere con il sapore di un dolce fatto in casa.

venerdì 29 novembre 2013

Riciclare gli avanzi: tartufi al cocco e cacao

Canzone consigliata per la preparazione: 
"Il sale della terra", Ligabue


Non ci credo.
Non ci credo che non vi è mai capitato. 
Che non abbiate mai avanzato una torta, magari anche buona, semplicemente perchè non avevate più voglia di mangiarla.
Perchè magari siete single e una teglia da 24 cm è davvero troppo grande per voi, e dopo una settimana intera passata a mangiare la stessa cosa... bè, ci si stancherebbe anche della torta più buona del mondo.
Considerato poi che la colazione è il pasto più importante della giornata, non ci sono scuse: dev'essere il migliore.
E' dalla colazione che parte tutto. 
E' da lì che si capisce se sarà una giornata storta oppure abbastanza decente
Lo conosciamo tutti, il potere che ha una brioche accompagnata da un bel cappuccino che lascia la schiumina sulle labbra. 
O quello di una fetta di pane tostato con burro e marmellata gustata mentre fuori è ancora buio e la città si sta svegliando insieme a noi.
Per non parlare di una fetta di torta di mele sfornata la sera prima e spilucchiata mentre viene su il caffè di primo mattino, caldo e profumato.
Solo che dopo un po' anche la torta di mele più buona inizia a languire sull'alzatina di vetro, e allora l'unica cosa da fare è pensare a come riutilizzarla.
Perchè in cucina non si butta via niente, of course.
E' così che sono nati questi tartufi DI-VI-NI, la cui ricetta appartiene alla mamma di una mia carissima amica, -nonchè ottima cuoca- abituata a riciclare gli avanzi perchè madre di ben quattro figli. 
Sono di una semplicità estrema e dal successo assicurato, fanno una splendida figura e risolvono in un lampo il problema della torta secca che spesso attanaglia le nostre cucine.
In realtà potrebbero diventare senza problemi degli splendidi cake pops: vi basterà infilzarli negli appositi stecchini, ricoprirli di cioccolato fuso e decorarli con qualche zuccherino colorato. 
E nessuno immaginerà che sono stati realizzati con una torta vecchia di qualche giorno. 
A meno che non glielo diciate, ovvio!:-) 


Ingredienti per una decina di tartufi (in realtà è probabile che le dosi siano un po' sballate, si tratta di una ricetta "a occhio", perciò dovrete regolarvi da soli!):
- 200 g di torta avanzata 
- 50 g circa di gocce di cioccolato fondente
- qualche cucchiaio di confettura di albicocche
- farina di cocco q.b.
- cacao amaro in polvere q.b. 

Tagliate a pezzetti la torta e frullatela nel mixer finchè non avrete ottenuto quasi una farina. Trasferitela in una ciotola, aggiungete le gocce di cioccolato e qualche cucchiaio di confettura, mescolando bene finchè l'impasto non sarà abbastanza compatto e malleabile. Attenzione a non esagerare con la confettura o vi sarà poi difficile creare i tartufi. 
Formate delle palline grandi quanto una noce, passatene alcune nella farina di cocco e altre nel cacao, poi posizionatele nei pirottini e lasciatele riposare in frigorifero per qualche ora, così da far amalgamare bene i sapori. 

lunedì 14 ottobre 2013

Bussolà visentin alle mele

Canzone consigliata per la preparazione:
"Musica islandese", Verlaine

Aspettative. 
Aspettative sulle cose che faremo, su chi diventeremo.
Aspettative sul nostro futuro. 
Aspettative sul lavoro, quello dei nostri sogni, quello che vorremmo più di ogni altra cosa o quello che magari abbiamo già.
Aspettative su dove andremo e su cosa conosceremo. 
Luoghi, momenti, persone. Soprattutto persone. 
Passiamo la nostra vita crogiolandoci in grandiose aspettative. 
Poi la realtá arriva a sconvolgerci, e la differenza che volevamo fare rimane un sogno, sbiadito come un calzino colorato finito per sbaglio nel lavaggio dei capi bianchi.
La realtà arriva e la sentiamo nella routine quotidiana, nella stanchezza accumulata durante la giornata che ci fa addormentare di botto appena tocchiamo il letto. 
E' così che le nostre aspirazioni muoiono stremate, forse dalla fatica, forse dal passare dei giorni, così come muoiono le aspettative che avevamo verso quella persona.
Perchè c'è sempre, La Persona.
Insomma forse sarebbe meglio non ascoltare, quando ci dicono "Aspettati tanto da questa vita". 
Perchè poi la realtà arriva, e fa male. 

Il dolce di oggi è il famoso "Bussolà" vicentino, una sofficissima ciambella con un goccio di marsala nell'impasto o, come in questo caso, di grappa. Io l'ho personalizzata aggiungendo una mela tagliata a dadini, ma potete liberare la vostra fantasia con gli ingredienti che più vi piacciono per renderlo ancora più goloso: mandorle, pinoli, nocciole o gocce di cioccolato si sposeranno benissimo con il sapore di questa super ciambella! 


(Ricetta estrapolata dal numero di novembre di "Sale e Pepe")
Ingredienti per 8 persone
- 500 g di farina bianca
- 100 g di zucchero 
- 120 g di burro 
- 6 uova
- 1 bicchierino di grappa
- 1 mela tagliata a dadini
- 1 bustina di lievito per dolci
- granella di zucchero
- sale

Preriscaldate il forno a 180°C. Montate con le fruste elettriche 100 g di burro (lasciando il resto da parte) con lo zucchero, il più a lungo possibile, finchè il composto non sarà bello gonfio. Aggiungete le uova, amalgamate bene e poi unite la farina setacciata, il bicchierino di grappa, un pizzico di sale, la mela a dadini e per ultimo il lievito. Mescolate per rendere il composto omogeneo, poi versatelo in uno stampo da ciambella imburrato e infarinato, spennellate la superficie con i 20 g di burro restante fuso e cospargete con la granella di zucchero. Cuocete in forno per circa 45 minuti, facendo la prova dello stecchino per verificare la cottura.  





sabato 21 settembre 2013

Biscotti al marsala e cioccolato

Canzone consigliata per la preparazione: 
"En e Xanax", Samuele Bersani


"Non ho tempo, non ho abbastanza tempo".
 Questa sembra essere l'unica frase che esce dalla mia bocca da circa un mesetto a questa parte. 
Ma la voglia di cucinare qualcosa di dolce è un bisogno indispensabile, sempre e comunque. 
Allora mi metto alla ricerca di ricette (che quasi non si possono considerare tali) lampo, che più lampo non si può, sprecando più tempo a sfogliare libri di cucina di quanto avrei fatto cimentandomi in qualche dolce più "degno", se mi passate il termine. 
In dispensa ormai da qualche tempo c'era una bottiglia di Marsala aperta che urlava "Bevimi!!". 
Scolarmela tutta da sola mi sembrava un po' eccessivo, ma anche andare avanti a scaloppine sfumate (l'apoteosi, secondo me... ma alla terza volta di seguito in cui le ho presentate a tavola tutti hanno implorato pietà!) pranzo e cena. 
I biscotti non stancano mai, invece.
Ed infatti questi non mi hanno delusa: hanno l'aspetto di golosissimi cookies, ma sono mille volte più leggeri e delicati. 
Inoltre il gusto - dato dal Marsala che gli conferisce carattere - è del tutto particolare e sono perfetti per l'inzuppo.

Ingredienti per circa 20 biscottini:
- 250 g di farina 00
- 120 g di gocce di cioccolato fondente (per me cioccolato al latte tritato a pezzetti)
- 1 dl di Marsala secco
- 100 g di zucchero semolato
- 1 dl di olio di semi 
- 1/2 bustina di lievito per dolci 
- 1 bustina di vanillina
- 1 pizzico di sale

Setacciate la farina con il lievito e la vanillina, poi mettetela in una ciotola insieme allo zucchero e alla presa di sale. Versate il Marsala e l'olio e amalgamate con cura il composto. Aggiungete le gocce di cioccolato o il cioccolato tritato e lavorate brevemente il composto (che sarà piuttosto morbido) con la punta delle dita. Appena sarà omogeneo prelevatene dei mucchietti della grandezza di una noce con le mani o aiutandovi con un cucchiaio e disponeteli un po' distanziati su una placca foderata di carta da forno. 
Infornate quindi i biscotti a 180°C per circa 15 minuti. 
A questo punto spegnete il forno e aprite lo sportello per pochi minuti, poi richiudete e lasciate asciugare i dolcetti ancora per 5-10 minuti. 
Sfonateli, lasciateli raffreddare e serviteli.


sabato 10 agosto 2013

Clafoutis di more di gelso

Canzone consigliata per la preparazione: 
"Wake me up", Avicii
Un weekend nella casa in campagna, quella dei nonni, delle feste di compleanno e dei gatti randagi a cui io e mia sorella davamo il latte.
Ritornarci dopo un sacco di tempo, perchè non è soltanto una frase fatta e purtroppo è vero: non si ha mai abbastanza tempo.
Spalancare le persiane di tutta la casa, impolverate dalla nostra assenza, e guardare il cielo.
Pioverà, questo è certo. 
Ma forse, se ci sbrighiamo, una breve passeggiata riusciamo a farla senza bagnarci.
Cestino di vimini in mano e scarpe da ginnastica, non serve altro. 
Fa un caldo di quelli secchi e cattivi che preannunciano un temporale estivo coi fiocchi.
E quasi senza accorgermene mi ritrovo, dopo nemmeno venti minuti, tra le spine di un enorme gelso che invade la banchina della strada.
More, more ovunque.
More grosse e bellissime, di un viola scuro così intenso che macchia le mie dita già arrossate dalle spine pungenti.
In un attimo il cestino è pieno, ma i frutti maturi li ho ormai colti tutti.
Sono rimaste soltanto le more acerbe, quelle "più in dietro".
Non fa niente, aspetterò.
Nel frattempo, mentre il cielo inizia a tuonare, qualcosa di semplice. 
Un clafoutis. 

Ingredienti per uno stampo di 24 cm: 
- 300 g di more di gelso
- 100 g zucchero
- 200 ml latte
- 2 uova

- 100 g di farina 00
- 1 baccello di vaniglia
- zucchero a velo vanigliato per spolverizzare


Accendete il forno a 150°. Lavate benissimo le more, asciugatele con un panno asciutto e pulito, adagiatele nello stampo imburrato per bene e cospargetele di zucchero. 
In una ciotola sbattete l’uovo con lo zucchero fino a che il composto non risulta chiaro e spumoso, poi aggiungete i semi della bacca di vaniglia, la farina e il latte, mescolando bene.
Versate il composto sulle more e fate cuocere finché non gonfia e assume un bel colore dorato, per 30 minuti circa. 
Sfornate il clafoutis, spolverizzatelo con lo zucchero a velo e servitelo tiepido o freddo, magari accompagnandolo con una pallina di gelato alla vaniglia. 
Si conserva in frigorifero per 3-4 giorni, diventando sempre più buono. 


venerdì 26 luglio 2013

Torta agli amaretti

Canzone consigliata per la preparazione: 
"Respirare", Verlaine
Sembra proprio azzeccato, il titolo della canzone che ho ascoltato mentre infornavo questa torta. 
Si parla ormai di qualche settimana fa, quando ancora non faceva così caldo e la sera tardi era ancora fattibile accendere il forno con le finestre della cucina spalancate.
Adesso non lo è più, perciò non non me la prenderò se passerete oltre questa ricetta senza degnarla di uno sguardo. E no, non me la prenderò neanche se mi manderete accidenti perchè vi ho fatto venire caldo soltanto a guardare le foto.
Respirare.
Forse l'unica cosa possibile in queste giornate torride, quando il mondo sembra sciogliersi in una mano. 
Respirare lontano da qualcuno che è troppo, o troppo poco.
Respirare per calmarsi, per realizzare quello che in cuor nostro sapevamo già da tempo: che alla fine tutto passa, anche quello che non credevamo. 
Che le persone cambiano, o forse siamo noi a vederle in modo diverso.
Respirare, perchè la vita è strana ed è inutile farsi troppe aspettative. 
Meglio, invece, aspettare. E vedere che succede.
Respirare, perchè anche la cosa che ci sembra più difficile non è, in realtà, così insormontabile.
Forse possiamo farcela, se respiriamo. 

Ingredienti:
- 200 g zucchero
- 3 uova 
- 250 g farina
- 100 g burro
- 4 bicchierini di marsala   
- 200 g amaretti secchi (io ho usato quelli morbidi) 
- 1/2 bustina di lievito
- zucchero a velo per spolverizzare

In una ciotola montate le uova con lo zucchero a lungo. Quando il composto sarà gonfio e spumoso incorporate delicatamente la farina setacciata, mescolando dal basso verso l'alto. Fate fondere il burro a bagnomaria e lasciatelo raffreddare leggermente, poi unitelo al composto insieme al lievito setacciato, al marsala e a gli amaretti sbriciolati.
Imburrate e infarinate una tortiera da 22 cm e versatevi il composto all'interno livellando la superficie. 
Cuocete nel forno preriscaldato a 160°C per circa 1 ora e 20 minuti, verificando la cottura della torta con la prova stecchino.
Una volta cotta, sfornatela e lasciatela raffreddare completamente, poi spolverizzatela con lo zucchero a velo. 
 

venerdì 28 giugno 2013

Barrette ai cereali, avena e miele

Canzone consigliata per la preparazione:
"Un bacio a te", Nesli 
 
Il temporale fortissimo doveva averlo fatto cadere da un albero, quell'uccellino piccolo come la mia mano, che in quel momento si trovava, chissà come, nella rampa delle scale del condominio. 
Cosi bagnato da non riuscire ad aprire le ali. 
Avevo paura che un cane se lo mangiasse, piccolo com'era, e nel mio palazzo i cani sono grossi come cavalli. 
Tuoni frastornanti che per un bel quarto d'ora hanno fatto tremare i vetri delle finestre ormai sporche dei goccioloni di pioggia. 
E' venuta giù anche un po' di grandine, a coronare il tutto.
Persino la gatta si è nascosta dietro il letto, - la mia micina che non ha paura di niente - quando un fulmine è parso così vicino da colpire il tetto di casa.
Ma c'era un uccellino lì sotto, che cinguettava da qualche parte nelle scale, e fuori tanti altri cinguettavano così forte che pensavo si stessero chiamando. 
Un loro codice, forse. 
Come a dirsi a vicenda: "Tranquilli, passerà."
Quando il temporale è passato sono andata a cercarlo, l'uccellino. 
Era arrivato quasi in garage, ma ormai era asciutto e faceva piccoli voli tra quelle quattro mura bianche... 
Cercando di toccarlo il meno possibile sono riuscita a mandarlo fuori, nell'aria umida che profumava di pioggia e di foglie bagnate.
E' volato via in cerca del suo nido, ma non credo ci tornerà mai: l'odore delle mie mani sul suo corpicino lo allontanerà da tutti. 
E adesso mi chiedo: l'ho davvero salvato? 


 Ingredienti per circa 6 barrette:
- 50 g di fiocchi di avena
- 100 g di corn flakes o cereali da colazione a vostro piacimento (i miei avevano l'uvetta)
- 1/2 cucchiaino di cannella 
- 90 g di burro
- 50 g di zucchero di canna
- 2 cucchiai di miele di acacia

Versate lo zucchero in un pentolino, aggiungete il burro e il miele e lasciate cuocere a fiamma bassa fino ad ottenere un composto omogeneo. Spegnete il fuoco, incorporate i fiocchi di avena, la cannella e i cereali e mescolate accuratamente. 
Trasferite l'impasto in una teglia rettangolare foderata con carta da forno (per facilitare l'operazione potete prima bagnarla leggermente e poi strizzarla, in questo modo aderirà perfettamente alla teglia!); livellate la superficie ad uno spessore di circa 1 cm e lasciate solidificare almeno un paio d'ore. 
Quando l'impasto sarà duro tagliate le barrette con un coltello affilato.

lunedì 17 giugno 2013

Strudel di fragole e amaretti

Canzone consigliata per la preparazione: 
"L'amore pensato", Max Gazzè


E' arrivata l'estate.
E' arrivata l'estate con tanto di caldo africano e sole cocente anche alle sette e mezza di sera, ora in cui, per capirci, la gente normale cena, totalmente ignara (e non è scusabile?) del pericolo che si nasconde dietro l'angolo.
Una cena di matrimonio all'aperto. 
Un posto splendido, su un ampio pianoro al centro di due vallate. 
La vista panoramica dritta al cuore delle Langhe che, vabbè, vi lascio immaginare.
Un vestitino leggero adatto all'occasione. 
Bella musica in giardino, una breve passeggiata fino alla piscina, dove i bambini facevano il primo bagno della stagione.
Il sole che picchiava. 
La fantastica idea di sdraiarsi sui lettini ad osservare il panorama mozzafiato e a far riposare un po' lo stomaco, pieno pienissimo di patti tipici piemontesi. 
Il sole che picchiava. 
Questo l'ho già detto, vero?
Ho capito che è arrivata l'estate quando ho varcato la soglia di casa, alla sera.
E non erano le luci dell'ingresso, ad enfatizzare il rossore.
Neppure la stanchezza accumulata nella giornata.
Un vestito perfetto, il regalo ben impacchettato, buon umore a gogò e tanto appetito. 
Ho sempre pensato che fossero questi i "requisiti" fondamentali per partecipare ad un matrimonio.
Ma mi sbagliavo.
Nulla è più importante di una buona protezione solare!:-)

La ricetta di questo strudel paradisiaco proviene da un Sale e Pepe dell'anno scorso, in origine abbastanza diverso da quello che mi è uscito fuori perchè prevedeva anche un golosissimo ripieno di ricotta, oltre alle fragole. 
Io mi sono dovuta arrangiare con quello che passava al convento, e devo dire.. per fortuna l'ho fatto! 
Il risultato è stato sicuramente più leggero rispetto all'originale, ma senza perdere punti nel gusto: gli amaretti danno un tocco di dolcezza che si sposa benissimo con la leggera acidità delle fragole. 
Si conserva per 2-3 giorni in frigorifero, ed è buonissimo anche freddo!

 Ingredienti per 6 persone:
- 200 g di farina
- 1 uovo
- 4 cucchiai di olio d'oliva
- 1 bustina di vanillina 
- acqua tiepida
- 300 g di fragole
- 2 cucchiai di confettura di fragole
- 50 g di zucchero semolato 
- 4-5 amaretti morbidi
- 4-5 biscotti secchi 
- 2 cucchiai di zucchero a velo più un po' per spolverizzare

Disponete la farina a fontana su una spianatoia e rompetevi al centro l'uovo. Aggiungete l'olio, lo zucchero a velo e la vanillina e cominciate ad impastare velocemente. Aggiungete circa 4 cucchiai di acqua tiepida, fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico, poi formate il classico panetto e lasciatelo riposare per mezz'ora in frigorifero avvolto nella pellicola.
Nel frattempo lavate le fragole, tagliatele a pezzetti e mescolatele allo zucchero. Una volta trascorso il tempo necessario, stendete la pasta in un quadrato di circa 1 cm di spessore, trasferitela su una teglia foderata di carta da forno e cospargetela con qualche cucchiaiata di confettura al centro. Versate sulla sfoglia anche le fragole, i biscotti secchi sbriciolati e gli amaretti sbriciolati. Chiudetela su se stessa premendo delicatamente i lembi per sigillarli. Bucherellate leggermente la superficie con uno stecchino e cuocete lo strudel in forno caldo a 180°C per circa 25 minuti. 
Quando sarà cotto e bello dorato sfornatelo, spolverizzatelo con dello zucchero a velo e servitelo, magari accompagnato da una pallina di gelato alla vaniglia.



sabato 8 giugno 2013

Crostata al cioccolato fondente

Canzone consigliata per la preparazione: 
"Cara catastrofe", Le luci della centrale elettrica


La crostata mi assomiglia, credo.
E' sicuramente uno dei miei dolci preferiti, anche se trovo difficile nominare un vero e proprio prediletto tra tutte le dolcezze di cui potrei cibarmi ininterrottamente per tutta la vita. 
Ma la crostata, ah, la crostata.
E' per me quella con la lettera maiuscola, senza (quasi) alcun dubbio. 
Non lo so, sarà la frolla croccante, che ti lascia in bocca quel sapore un po' burroso e zuccherino, irresistibile. 
Stendere il panetto di frolla freddo sul piano di lavoro con il vecchio mattarello infarinato.  
Gesti fatti e rifatti mille volte, sempre allo stesso modo. Rassicurante. 
Intagliare le strisce con precisione.
"Devono essere tutte uguali eh, tutte della stessa grandezza", dicevo a mia nonna quando, da piccola, la aiutavo a fare la sua mitica crostatona di pesche. 
Lei la pazienza di farle tutte uguali, quelle strisce, non ce l'ha mai avuta, e forse proprio per questo io sono, invece, così minuziosa.
E poi arriva la parte del ripieno, e qui la fantasia inizia a correre.
Dare un'occhiata agli ingredienti che ci sono in dispensa ed elaborare qualcosa.
Una bella confettura home made con i pezzetti di frutta. 
Cioccolato, anzi una cascata di cioccolato. 
La crema pasticciera, gialla, intensa, profumatissima. 
Non male, davvero.

Questa non è una crostata, ma una bomba di bontà, di calorie, di sapori, di profumi e di consistenze. 
Uno di quei dolci che solo a guardarlo fanno attivare a mille le nostre endorfine: provatela! 

Ingredienti:
Per la pasta frolla  
- 400 g di farina
- 200 g di zucchero
- 200 g di burro
- 20 g di uova
- 50 g di tuorli
- 40 g di latte intero fresco
 

Per la crema al cioccolato (crema pasticcera+ganache al cioccolato) 
- 250 g di latte intero
- 1/2 stecca di vaniglia
- 15 g di farina 00
- 5 g di fecola di patate
- 2 tuorli 
- 40 g di zucchero semolato
- 125 g di panna liquida
- 190 g di cioccolato fondente tritato

Lavorate velocemente con le mani la farina con il burro freddo di frigorifero e lo zucchero, formate una fontana e versatevi al centro le uova leggermente sbattute con il latte. Lavorate il composto fino ad ottenere una pasta omogenea. 
Formate una palla e stendetela con un mattarello sino allo spessore di 3-4 cm (in questo modo si raffredderà prima), avvolgetela nella pellicola e riponetela in frigo per almeno un'ora (più sta in frigo, meglio è! Se la fate il giorno prima il risultato sarà eccezionale).
Preparate il ripieno.

Per la crema pasticcera: Versate il latte in un tegame, unite la stecca di vaniglia e ponete sul fuoco a riscaldare. A parte battete i tuorli con lo zucchero e appena saranno gonfi e spumosi unite la farina e la fecola mescolando bene. Unite a filo il latte e riportate sul fuoco, fate cuocere mescolando con una frusta fino a far addensare la crema. 
Versate in una terrina e lasciate raffreddare.

Per la  ganache: Versate la panna in una casseruola e mettetela a scaldare sul fuoco.

Portate a ebollizione, poi aggiungete il cioccolato e mescolate ripetutamente fino a che non risulterà completamente sciolto e ben amalgamato.Mescolate infine le 2 creme fino ad ottenere un composto omogeneo.
Trascorso il tempo necessario, stendete 2/3 della pasta e con l'aiuto del mattarello adagiatela su una teglia per crostate.
Bucherellate la base con i rebbi di una forchetta e farcitela con la crema al cioccolato.
Con l'impasto rimasto formate delle striscioline di pasta e disponetele sul ripieno a mo' di grata. Formate poi i bordi a vostro piacimento e poi cuocete la crostata in forno già caldo a 180°C per 35-40 minuti. Lasciatela raffreddare completamente prima di servirla.



mercoledì 15 maggio 2013

Budapest, Budapest!


Ce l'ho fatta, forse ce l'ho fatta davvero a pubblicare questa breve sfilza di immagini che arrivano dritte dritte da Budapest! 
Difficile, anzi impossibile trovare un aggettivo vagamente appropriato che riesca ad esprimerne l'essenza. 
Indimenticabile? 
Magica forse?  
Meravigliosamente bella?
Senza alcun dubbio. 

Budapest ha origini celtiche, anche se l'influenza dei romani, che la resero una colonia, è indiscutibile: splendide sono infatti le terme, tappa obbligata nella visita della città e frequentatissime dai turisti. 

Nata nel 1873 dall'unione di tre città, Buda, Pest e Obuda, fu all'inizio chiamata "Pestbuda" ma, come ci ha detto la nostra guida, ai cittadini il nome non piacque mai e così si optò per il più armonico "Budapest". 
Descrivere questa meravigliosa Parigi dell'Est, come è chiamata (a ragione, secondo il mio parere) per la sua straordinaria somiglianza con la capitale francese, bè, è davvero difficile. 
E anche se le differenze sono evidenti, a partire dalle sue dimensioni non troppo grandi, che la rendono facile da visitare a piedi, lo stile archittettonico è "un liberty che più liberty non si può": così hanno sottolineato più e più volte i miei compagni di viaggio. 
Ciò non toglie che Budapest abbia una sua personalissima identità, che la distingue da qualsiasi altra capitale europea.
Saranno le incomprensibili scritte in ungherese sui cartelloni pubblicitari, sarà il sorriso della gente per strada, i tanti (almeno sette!) ponti che uniscono le tre città, sarà il parlamento visto di notte, illuminato da una luce sfolgorante che mozza il fiato, o l'autobus giallo che si trasforma in battello e solca il Danubio. 
Questa è l'anima della città, con i suoi pub aperti tutta la notte, con le sue piazze gigantesche, con i viali alberati affollati di bambini in bicicletta.


Per quello che riguarda la cucina, senza dubbio una delle cose che più mi piace scoprire in una nuova città, passeggiando per Budapest saltano subito all'occhio la miriade di ristoranti e ristorantini che affollano le vie, i pub e le osterie che offrono birra di qualità e piatti tipici speziatissimi e dagli accostamenti inconsueti. 
Impossibile non provare il goulash, il pollo alla paprika e i vari dolcetti di pasta lievitata, dalle mille forme (ho cercato di risalire al nome ma purtroppo non ci sono riuscita!) e dimensioni che fanno splendida mostra di sè nelle vetrinette dei bar.












Le foto parlano da sole, non c'è bisogno di mille parole.  
Vi auguro con tutto il cuore di andare in questa città meravigliosa.
Non la lascerete più.
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