Il compromesso è l'arte di tagliare una torta in modo tale che ciascuno creda di avere la fetta più grossa.

Jan Peerce

Dolci preparati con le amiche, che tra chiacchiere e risate non vengono neanche mangiati.

Dolci dei giorni tristi, quando la casa è invasa dal profumo di cioccolato, e che consolano sempre.

Dolci delle feste, delle occasioni speciali, con cui si deve fare bella figura, ma con poca fatica!

Dolci della nonna, tramandati di madre in figlia, "quelli sì che vengon buoni!...".

Dolci sbagliati e non sai spiegarti il perchè.

Dolci sempre uguali e sempre diversi, quelli pronti sempre al momento giusto, menomale.

...Nulla può competere con il sapore di un dolce fatto in casa.

lunedì 31 dicembre 2012

Frollini occhi di bue di Maurizio Santin

Canzone consigliata per la preparazione: 
"Sweet Child O' Mine", Guns 'N' Roses


 31 Dicembre 2012.
Un giorno speciale, e non soltanto per la fine dell'anno ormai imminente che si fa largo nell'aria frizzantina di questa mattina soleggiata.
Un giorno di ricordi e di "bilanci", come si legge sui vari blog di cucina che affollano il web.
Un giorno che fa un po' paura, perché il tempo scorre veloce e ce ne rendiamo conto ogni anno di più, anche se non vogliamo ammetterlo. 
Un giorno di cambiamenti, di impegni futuri, di desideri e di speranze. 
Un giorno di malinconia, quella malinconia che viene ogni 31 Dicembre e che stringe il cuore in una morsa prevedibile, ma pur sempre dolorosa. 
Un giorno di nostalgia: degli amici perduti, dei sogni infranti, delle giornate trascorse in un lampo e di quelle ancora vive nella nostra mente, quasi come se non fossero ancora finite. 
Un giorno di dubbi, di domande inespresse.
Che cosa succederà?  
Un giorno come un altro, o forse no.
Un giorno di sorrisi e di tradizioni. Di felicità.
Gli amici di sempre, cotechino e lenticchie, il conto alla rovescia trepidante, il brindisi di mezzanotte, i fuochi d'artificio, i bacini appiccicosi per lo zucchero a velo del pandoro. 
Tanti auguri.


Da "Frollini" di Maurizio Santin
Ingredienti:
- 500 g di farina 00 (la ricetta originale prevede 550 g di farina Petra)
- 50 g di farina di mandorle
- 285 g di burro
- 140 g di zucchero a velo
- 2 uova intere 
- un pizzico di sale Maldon
- la scorza di un limone 
- confettura di albicocche o di altra frutta a vostro piacere

Frullate in una planetaria o con le fruste elettriche il burro ammorbidito con lo zucchero a velo. Aggiungete la scorza grattugiata di un grosso limone, il pizzico di sale e poi  le uova. Date ancora una frullata all'impasto per amalgamarlo, quindi setacciate la farina e versatela nell'impasto in due tempi. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo, poi formate il classico panetto e mettetelo in frigorifero per almeno un'ora. 
Una volta che la frolla è ben dura tiratela fuori e stendetela ad uno spessore di 1/2 cm (non vi preoccupate perchè non avrete sorprese, i biscotti non cresceranno in cottura!) e ritagliate dei dischi di circa 4 cm di diametro con un coppapasta a bordo liscio. 
Praticate un foro al centro e dategli la forma ad "occhio di bue". Preriscaldate il forno a 170°C. Infornate i biscotti e fateli cuocere fino alla comparsa di una leggera doratura.
Lasciateli raffreddare su una gratella per dolci e poi spalmate i dischi interi con la confettura  che più vi piace. Spolverizzate di zucchero al velo i dischi forati e uniteli agli altri.
Serviteli freddi e conservateli in un contenitore di latta o in frigorifero. Il giorno dopo sono ancora più buoni!

sabato 15 dicembre 2012

Da regalare e da regalarsi, gli Speculaas

Canzone consigliata per la preparazione:
 "All I want for Christmas is you", Mariah Carey


Forse avrei dovuto intitolare la ricetta di oggi "Sua maestà gli Speculaas", perchè questa è stata la prima cosa che mi è venuta in mente quando li ho assaggiati.
Non so da quanto tempo avevo un'insana voglia di questi fantomatici biscotti dei Paesi Bassi, speziatissimi come la maggior parte dei dolci nordici e tipici del periodo di Natale.
Biscotti con carattere, gli Speculaas. 
L'inverno e la pioggia, le vacanze natalizie in cui ci si dedica ad addobbare la casa, con il caminetto acceso e il gatto sul termosifone, paesi lontani, tradizioni diverse, un pupazzo di neve un po' ammaccato fatto dai bambini in cortile: questo ricordano gli Speculaas.
E sembra quasi banale provare a descriverli, perchè chi li ha provati - e li ama -, sa già tutto di loro: quell'aroma inconfondibile, il mix di spezie che in qualsiasi altro dolce sarebbe sicuramente eccessivo, gli stampini di legno caratteristici e dalle mille forme (ovviamente praticamente introvabili in Italia!). 
Non serve continuare. 

Per quello che riguarda le formine, i biscotti tradizionali sono fatti con quegli splendidi stampini "in rilievo", di solito in legno: la mia fissazione mi ha portato a comprarli su internet, ma potete tranquillamente usare qualsiasi stampino abbiate in casa, magari natalizio. 
Si mantengono croccanti per giorni, quindi sono perfetti da regalare a Natale: non c'è dubbio, farete davvero felice chi li riceverà. 
La ricetta arriva dritta dritta da una nuova, dolcissima (nel vero senso della parola) e assolutamente imperdibile rivista, "Taste and more": andate da lei a dare un'occhiata e troverete tutte le informazioni.

Ingredienti:
- 200 g di farina autolievitante
- 100 g di zucchero di canna
- 100 g di burro a temperatura ambiente
- la buccia grattuggiata di mezza arancia 
- 3 cucchiai di latte circa
- 1 cucchiaino di bicarbonato
- 3 o 4 cucchiai di miscela di spezie
- 1 pizzico di sale
 Mescolate in una ciotola la farina, il bicarbonato, lo zucchero, la scorza dell'arancia e la miscela di spezie, poi aggiungete il burro a tocchetti e il latte. Impastate bene finchè non riuscirete a formare un panetto non troppo appiccicoso, stendetelo un po' con il mattarello (a circa 3 cm di spessore) e avvolgetelo nella pellicola alimentare. 
Lasciate riposare in frigorifero l'impasto per circa 2 ore (meglio una notte), poi stendetelo allo spessore di circa 4-5 mm e ricavate le forme dei biscotti con gli stampini che avete scelto. Disponetele poi su una (anzi, ve ne occorreranno due!) placca foderata di carta da forno e cuocete i biscotti nel forno preriscaldato a 175° per circa 20-25 minuti, finchè non saranno belli scuri e dorati. 
Gli speculaas devono essere croccanti sia ai bordi sia al centro, mi raccomando!
Una volta cotti, sfornateli e lasciateli raffreddare completamente prima di servire.
L'impasto si può congelare nel freezer per circa 6 settimane.

Per la miscela di spezie:
- 30 g di cannella
- 10 g di noce moscata
- 10 g di chiodi di garofano in polvere
- 5 g di zenzero 
- 5 g di semi di anice (da me omessi)
- 5 g di semi di coriandolo (da me omessi)
- 5 g di pepe bianco
Macinate tutte le spezie in un macina caffè, poi conservatele in un barattolo a chiusura ermetica.

sabato 24 novembre 2012

Chelsea buns

Canzone consigliata per la preparazione:
"Surfin USA, Beach Boys


A volte ritornano. 
A volte ritornano per farci capire che avevamo sbagliato, che  non erano così perfetti, incorreggibili e simpatici come pensavamo.
A volte ritornano per farci capire che siamo cambiati noi, che sono cambiati loro, che alla fine abbiamo sbagliato a correre dietro qualcosa che non c'era (e se c'era, cos'era?).  
Forse qualcosa che non c'è più.
E sono una delusione. E ci aspettavamo di meglio, perchè avevamo creduto fossero il meglio che potevamo avere.
E si ricordano i momenti vissuti insieme, quelli durante i quali pensavi che fossero il meglio,  quando ti sentivi al momento giusto, nel posto giusto, con le persone giuste. 
Voglio che torni com'era, che sia di nuovo facile, che siano ancora le mie persone giuste.
Io aspetto, a volte ritornano.

Sono una patita di Chelsea buns, in qualunque forma mi si presentino. 
A parte il fatto che sono carine da morire, sia singole sia nella versione originale tutte "attaccate" nella teglia, un po' come la nostrana torta di rose, ma non posso negare che è il ripieno la cosa migliore di tutto. 
Queste sono le classiche, con lo zucchero di canna e l'uvetta, - un mix pazzesco di spezie e dolcezza -, anche se non so in effetti quali siano davvero quelle originali, tante sono le versioni che impazzano sul web e nei libri di cucina.
Ottime anche con la crema pasticciera (perchè no, anche al cioccolato) o con una semplice confettura di albicocche, potete sperimentare il ripieno che più vi piace: gocce di cioccolato, canditi, mandorle, noci e nocciole tritate grossolanamente, insomma... divertitevi!

Ingredienti per circa 24-26 chelsea buns:
- 500 g di farina (io ho fatto metà manitoba e metà 00)
- 50 g di burro
- 70 g di zucchero
- 300 ml di latte tiepido
- 25 g di lievito di birra (potete usare anche quello secco, ve ne basteranno 7 g)
- la scorza grattuggiata di un limone o di un'arancia
- 1 pizzico di sale
- 150 g di uvetta sultanina
- 50 g di canditi misti (da me omessi)
-100 g circa di zucchero di canna 
- cannella e spezie varie (a piacere)
- un pezzetto di burro morbido per il ripieno
- confettura di albicocche per spennellare
  
Sbriciolate e sciogliete il lievito di birra in mezza tazza di latte tiepido insieme a due cucchiaini di zucchero, mescolate e lasciate riposare qualche minuto.  
Fate fondere il burro, scaldate il resto del latte e scioglietevi dentro lo zucchero restante, aggiungendo poi il burro fuso, la scorza grattugiata del limone o dell'arancia e un pizzico di sale. Quando vedrete affiorare la classica schiuma sulla superficie del lievito sciolto versatelo assieme alla farina in una planetaria e aggiungete poi anche il composto di latte mischiato agli altri ingredienti. Con il gancio del robot impastate per bene il tutto fino ad ottenere un composto liscio ed elastico (se non avete la planetaria potete farlo benissimo a mano impastando energicamente per circa 10 minuti, finchè non otterrete un impasto omogeneo). Mettete l’impasto ottenuto in una ciotola capiente, copritelo con un canovaccio leggermente inumidito e lasciatelo lievitare in un luogo tiepido finchè non è raddoppiato di volume (ci vorranno circa 2 ore). Nel frattempo mettete in ammollo l'uvetta.
Quando sarà lievitato stendetelo su un foglio di carta da forno (che vi sarà poi utile per arrotolarlo su se stesso) ad uno spessore di circa 4-5 mm formando un quadrato. 
Vi consiglio di dividere a metà l'impasto così da ottenere due rotoli, perchè altrimenti vi verrà davvero troppo grande e farete fatica a gestirlo.
Spennellate la superficie interna con un pezzetto di burro, cospargete con lo zucchero di canna, le spezie miste e distribuite l'uvetta (e i canditi se volete) lasciando circa un cm di spazio vuoto dal bordo. Arrotolate l'impasto con delicatezza partendo dal lato più lungo fino ad ottenere un rotolo. Con un coltello ben affilato tagliate il rotolo a fette dello spessore di circa 2 cm e disponetele su una teglia foderata di carta da forno. Lasciatele lievitare ancora mezz'ora e quando vedrete che saranno belle gonfie infornatele nel forno già caldo a 180° C per circa 15 minuti, facendo attenzione che non si scuriscano troppo. 
Una volta cotte, mettetele a reffreddare su di una gratella e spennellatele con la confettura di albicocche. Servite tiepide.

mercoledì 14 novembre 2012

Plumcake al doppio cioccolato per tenersi leggeri!

Canzone consigliata per la preparazione: 
"Il comico", Cesare Cremonini


Cioccolato, cioccolato, cioccolato.
Ci sono momenti in cui è davvero il nostro più fidato amico. 
Ricordarsi di avere ancora in frigorifero quella tavoletta di cioccolato fondente, - anzi fondentissimo -, avanzata dalla Sachertorte della scorsa settimana (destinata ad un compleanno leggermente.. strano, ma questa è un'altra storia!) e aver voglia di una bomba ipercalorica per iniziare davvero bene la giornata. 
Spulciare tra le migliaia di ricette su Internet giusto per "ispirarsi" e poi optare per una che non delude mai, come al solito. 
Ed eccolo, forse il plumcake più goloso che abbia mai fatto, fotografato con mezzi di fortuna dato che la macchina fotografica sta facendo un bel viaggetto turistico su e giù l'Italia per essere riparata. Nel frattempo le trattative con le amiche per farmi prestare le loro Reflex (tutte ce l'hanno, tutte tutte tutte!) continuano, anche se con esiti un pochino scoraggianti. 
Ma questo plumcake di certo scoraggiante non è. Mi viene male a riportarvi la ricetta così com'è, con quei maledetti duecento e passa grammi di burro, lo zucchero (che proprio poco non è) e la panna.
Però è il prezzo da pagare, se si vuole davvero un gran bel "buongiorno". 
E ne vale la pena, fidatevi.

Ingredienti:
250 g di burro (Ovviamente potete sostituirlo con l'olio, ma lo snaturereste!)
- 150 g di cioccolato fondente di alta qualità
- 25 g di cacao amaro in polvere
-  250 g di farina
- 50 g di mile di acacia
1 bustina di lievito
- 200 ml di panna fresca
-  2 uova
- 200 g di zucchero
- 1 bustina di vanillina
- 1 pizzico di sale
- zucchero a velo q.b 

Mettete in  una ciotola (o nella planetaria) il burro leggermente ammorbidito a temperatura ambiente, lo zucchero, il miele e la vanillina e montateli con le fruste fino a che non otterrete un composto morbido e spumoso. Sciogliete il cioccolato a bagnomaria e lasciatelo raffreddare leggermente (attenti a non farlo indurire!). Aggiungete poi le uova una alla volta sempre sbattendo. Quando sono bene amalgamate aggiungete anche il cioccolato fuso e mescolate. In un'altra ciotola setacciate la farina, il cacao il lievito e il sale e aggiungeteli poco a poco all’impasto preparato, alternandoli con la panna leggermente scaldata. Continuate a mescolare finchè non avrete terminato gli ingredienti. 
Versate poi il composto in una stampo da plumcake (piuttosto grande perchè la torta crescerà molto) imburrato e infarinato oppure foderato di carta da forno e cuocete nel forno ventilato per circa 50 minuti a 180°C.  
Dopo circa mezz'ora fate la prova stecchino per verificare la cottura del plumcake, se vedete che inizia a scurirsi troppo in superficie copritelo con della carta di alluminio. 
Sfornate la torta e lasciatela raffreddare prima di sformarla, dunque spolverizzatela con lo zucchero a velo.

martedì 30 ottobre 2012

Teschi glassati

Canzone consigliata per la preparazione:
"Zombie", The Cranberries


Finalmente, Halloween! 
Benchè sia una festa, per così dire, più da bambini che altro, devo ammettere che anno dopo anno mi piace sempre di più.  
Sarà che poter fare, almeno per un giorno, qualche dolcino spaventoso da offrire ai bambini che suonano alla porta urlando "dolcetto o scherzetto?" mi diverte un sacco.
E poi ho sempre desiderato una parrucca da strega, di quelle lunghissime e con qualche ciocca argentata, magari accompagnata dalle classiche unghie (più simili ad artigli, in verità) "stregonesche": ad Halloween, se non proprio indossarle, posso almeno ammirarle indosso alle bimbe che girano per la città! 
Giusto ieri fuori da casa mia era appostato un folto gruppetto di bambine con cappelli a punta e chiome corvine (molto poco, ehmm.. naturali!), fierissime del borsone zeppo di dolciumi che avevano racimolato suonando di casa in casa.
Attimo di panico: io non avevo assolutamente nulla da offrirgli, nemmeno qualche caramella ammuffita
Quindi mi sono ingeniata con i pochi ingredienti che c'erano in casa: mandorle, burro, zucchero a velo in quantità industriali e coloranti alimentari, sentendomi un po' una pittrice mentre mescolavo i colori per ottenere le giuste gradazioni.
Quando si sono presentate alla mia porta la cucina era ormai un campo di battaglia e io avevo spergiurato a me stessa che non avrei più toccato zucchero per un bel po' di tempo: questo l'effetto della montagna di glassa che ho distribuito su,- come minimo -, cinquanta biscotti. 
Ma ne è davvero valsa la pena: le bambine erano al settimo cielo.
E io mi sono evitata il fantomatico "scherzetto" che, giusto per rendervi l'idea, nell'appartamento accanto al mio è stato sporcare tutta la porta di.. panna montata.:-)
Argh! 

Ingredienti per circa 30 biscotti:
- 500 g di farina 
- 380 g di burro freddo
- 240 g di farina di mandorle
- 1 uovo medio
- 1 bustina di vanillina
- 240 g di zucchero semolato
- 1 pizzico di sale
- pinoli q.b.

Per la glassa:
- zucchero a velo (in gran quantità!) 
- qualche cucchiaio di acqua calda
- coloranti alimentari

Mettete in una ciotola la farina, lo zucchero e la farina di mandorle e mescolatele insieme. 
Tagliate il burro a pezzetti e aggiungetelo al mix di farine iniziando ad impastare con le mani. In un'altra ciotola sbattete l'uovo con la vanillina e il sale, poi versatelo nella terrina e continuate ad impastare. 
Lavorate velocemente il composto cercando di non far sciogliere il burro: quando avrete ottenuto un panetto morbido copritelo con la pellicola alimentare e mettetelo in frigorifero per almeno un'ora (più ci sta meglio è). 
Trascorso il tempo necessario mettete il panetto su un piano di lavoro leggermente infarinato e stendetelo ad un'altezza di circa 1 cm. 
Con un tagliabiscotti (o un coppapasta, o anche un bicchiere) rotondo formate i dischetti e con le dita premete sui due lati formando la forma del teschio. Infornate i biscotti nel forno caldo a 180°C per circa 15-20 minuti finchè non saranno dorati. 
Una volta cotti lasciateli raffreddare completamente su una gratella. 
Fate la glassa con lo zucchero e qualche cucchiaino di acqua calda (poca: la glassa deve essere molto densa per essere spalmata sui biscotti e per avere un bel colore bianco ottico).
Distribuitela sui teschi e con i pinoli formate i denti. Lasciatela solidificare per bene e poi, utilizzando qualche goccia di colorante che aggiungerete alla glassa avanzata, formate gli occhi del colore che più vi piace. (Per questa operazione vi consiglio l'uso del cornetto di carta forno). 
Mettete i biscotti in frigorifero fino al momento di servirli. 

sabato 20 ottobre 2012

Torta di pere

Canzone consigliata per la preparazione: "Cara catastrofe",
 Le luci della centrale elettrica


Della serie: a volte ritornano. 
No, non sono partita per una meta esotica, nè per un viaggio del mondo in ottanta o più giorni.
Magari.
Il solito tran tran: mille cose da fare e poco, pochissimo tempo per farle; dormire giusto le ore indispensabili e andare avanti soltanto con la forza del caffè.. ehmm, volevo dire pensiero! 
Lo studio che mi sommerge, i nervosismi quotidiani perchè sta arrivando il freddo eccetera eccetera. 
Nessuna novità, insomma!:-) 
Che poi, nervosismo da non sono pronta ad affrontare un altro inverno (voglio l'estate) a parte -potrebbero farci un libro, con questa frase-, trovatemela un'altra stagione che abbia in sé più bellezza di questa.
I funghi che crescono, le foglie rossiccie che iniziano a cadere dagli alberi, le vetrine dei negozi in un tripudio di zucche per dare il benvenuto ad Halloween. 
Una gioia per gli occhi e anche per i palati, come si suol dire. 
Come le pere in una torta sofficissima: una coccola, più che un dolce, perfetta nei pomeriggi di pioggia o al mattino, quando la sveglia suona così presto che fuori è ancora buio.
Una tazza di caffè e si parte.


Ingredienti:
-1 kg di pere (meglio se abate, ma andranno bene anche quelle che avete in casa)
- 4 uova
- 150 g di zucchero
- 150 g di burro
- 220 g di farina
- 1 bustina di lievito

Sbucciate le pere, privatele del torsolo e tagliatele a dadini, lasciandone una da parte che taglierete a fettine. Fate fondere il burro in un pentolino e lasciatelo rafferddare, sbattete i tuorli con lo zucchero finchè non sono belli gonfi e bianchi e poi aggiungete il burro, mescolando per amalgamare. Montate gli albumi a neve ferma e incorporateli al composto con cautela, mescolando dall'alto in basso. Incorporate poi la farina setacciata con il lievito, poca alla volta senza smontare l'impasto, e infine le pere a tocchetti. 
Trasferite il tutto in una tortiera foderata di carta da forno, livellate e disponete sulla superficie la pera a fettine. Spolverizzate con un po' di zucchero semolato e poi cuocete in forno preriscaldato a 180°C per circa 30-35 minuti, verificando la cottura con uno stuzzicadenti.

mercoledì 12 settembre 2012

Crostata di prugne emiliana

Canzone consigliata per la preparazione: 
"Le passanti", Fabrizio De Andrè


Ci sono persone con cui ci si sente davvero a casa. 
Persone con cui, fin dal primo istante, si instaura quel feeling speciale e indescrivibile fatto di sguardi complici e di frasi dette a metà, perchè non serve andare avanti: con loro è già tutto chiaro, ovvio, quasi scontato.
Persone che solo a guardarle scappa da ridere, ma non con malignità: quella risata che spunta all'improvviso, da chissà dove, è sincera e dolce, incontrollabile, perchè hanno un'espressione così buffa che proprio non si può resistere.
Persone che, se osservate attentamente, hanno i nostri stessi modi di fare: tamburellare le dita sul tavolo, passarsi una mano tra i capelli, rosicchiarsi l'unghia del pollice, stringere le labbra in un momento di concentrazione. 
Ci sono persone conosciute appena ma subito capite, e ci sono quelle che dopo anni e anni ancora non si decifrano, chissà poi perchè. 
Persone per cui vale davvero il detto "mai fidarsi della prima impressione", e altre così deludenti che forse sarebbe stato meglio ascoltarlo, quell'istinto inconscio di tenerle a distanza.
Ci sono persone con cui ci si diverte sempre e con cui tutto è un gioco, un'avventura, una nuova sfida.
Persone con cui si andrebbe in capo al mondo, anche se alla fine è più semplice rimanere in casa a vedere un film e abbuffarsi di dolci, senza fare assolutamente nulla.
Perché con queste persone ogni cosa, anche la più stupida, anche la più difficile e spiacevole, persino - e dico mica poco! - iniziare un altro faticosissimo anno, diventa sopportabile: perchè sono loro a renderla, se non proprio bella, perlomeno speciale.

Sperando che anche voi abbiate le "vostre persone", vi lascio la ricetta di questa crostata buonissima (che magari potete fare proprio per loro) , di origini emiliane, che era sul numero di luglio di Sale e Pepe: un guscio di frolla croccante che racchiude un ripieno morbido e leggermente aspro, dovuto dalle prugne insaporite soltanto con zucchero e succo di limone. 
In realtà  l'originale prevedeva l'uso di quelle cornàle, ma dato che mi era appena stato donato un cestino colmo di fantastiche prugne gialle appena raccolte dall'albero (quando si dice avere le giuste conoscenze!), non ci ho pensato due volte a fare una piccola variazione. 
La consistenza ricorda un po' quella dello strudel, - dolce che tra l'altro adoro per il suo perfetto equilibrio tra croccantezza e morbidezza -, ma se amate i sapori dolci vi consiglio di aggiungere altro zucchero alle prugne, perchè risultano in effetti leggermente asprigne.



Ingredienti per uno stampo 10x24 cm (io ho utilizzato quello da plumcake):
- 300 g di farina
- 1/2 kg di prugne rosse o gialle
- 150 g di zucchero 
- 100 g di burro
- 1 cucchiaino di lievito in polvere
- 1/2 limone biologico
- 3 savoiardi o altri biscotti secchi
- zucchero a velo q.b.
- 1 pizzico di sale
- 1 dl di acqua fredda

Preriscaldate il forno a 180°C.
Nel mixer frullate insieme la farina setacciata con il lievito, 50 g di zucchero, un pizzico di salee il burro tagliato a pezzetti. Dovete ottenere un composto bricioloso. 
Versate poi poco per volta, mixando ogni volta per amalgamare, l'acqua fredda, finchè non otterrete un impasto liscio e sodo. Trasferitelo in una ciotola, formate una palla e avvolgetela nella pellicola trasparente, lasciandola poi in frigorifero per almeno 30 minuti. 
Nel frattempo lavate e asciugate le prugne, tagliatele a pezzetti e conditele con lo zucchero rimasto e il succo del limone. 
Stendete metà della pasta in una sfoglia rettangolare piuttosto sottile e con essa rivestite fondo e bordi dello stampo imburrato ed infarinato. Cospargete poi il fondo con i biscotti sbriciolati, versatevi le prugne copritele con la pasta rimasta. 
Con un coltello praticate alcuni fori paralleli nella pasta e infornate la crostata per circa 40 minuti, finchè non sarà bella dorata. 
Fatela raffreddare, sformatela, spolverizzatela di zucchero e velo e poi servitela tagliata a fette, magari accompagnata da una pallina di gelato. 

lunedì 3 settembre 2012

Biscottini ovis mollis alle albicocche


Canzone consigliata per la preparazione: 
Gioia Infinita- Negrita


Mi sono persa qualcosa. 
Due giorni fa, o forse tre al massimo, ero al mare. 
Per la precisione in Emilia Romagna, magari non la regione con il mare più bello, ve lo concedo, però insomma; hotel tre stelle con cucina decente - ma se mi fossi impegnata avrei fatto meglio persino io - giornale al mattino, poi mare, spiaggia e tanto, tantissimo sole, passeggiate diurne, scorazzamenti in bicicletta e serate nei locali "in" (ok, adesso non esageriamo troppo..)
Poi qualcosa è andato storto, ha iniziato a coprirsi e a piovere. 
Nella valigia zero pantaloni lunghi, nè felpe, nè niente di più pesante di un vestitino svolazzante multicolor nè, tantomeno, scarpe chiuse. 
Quindi siamo partiti, in anticipo di un giorno - si sa che al mare, se c'è brutto tempo, non c'è proprio nulla da fare - fuggiti nel grigiore di un sabato pomeriggio praticamente senza salutare nessuno.
Vi risparmio i dettagli sul viaggio di ritorno, di cui ho solo ricordi piuttosto vaghi e confusi: ad un certo punto mi sono svegliata - non ricordavo nemmeno di essermi addormentata - e ci trovavamo in un autogrill, (non sapevo nemmeno dove o che ora fosse), affollatissimo di facce tristi ancora un po' scottate dal sole, facce consapevoli dell'ormai evidente ritorno dell'autunno. 
Poi siamo arrivati a casa.
Ebbene, signore e signori, in Piemonte diluviava, così come in quasi tutta l'Italia settentrionale, a dispetto delle mie vane speranze.
E diluvia tutt'ora: non ha smesso un istante, o comunque io non me ne sono accorta.  
E' stato... traumatico, veramente. 
Sono passata da un agosto soffocante direttamente a novembre, dal vestitino citato sopra al giubbotto, dalle infradito alle scarpe da ginnastica. Con i calzini. 
E' tornata anche la coperta nel letto.
Fino a poche sere fa, anche se ormai sembra passato un sacco di tempo, ballavo sulla spiaggia, ora dopo cena mi ritrovo a fare zapping alla tv, arrendendomi poi ai tristissimi programmi in prima serata.
Potremmo dare inizio ad  una petizione, qualcosa come: "Ridateci agosto (ma ci basta anche un settembre assolato)"...
Potremo tutti insieme fingere che sia ancora estate, che sia ancora tempo di partire, che sia ancora vacanza.
O forse il caldo se n'è davvero andato ed è tempo di tornare, ovunque siamo.
Per la gioia dei nostri forni, che si rimettono al lavoro insieme a noi.
E va bene così, cerco di convincermi, almeno potrò finalmente indossare i trench e i cardigan comprati nei saldi. 
Dite che il gioco vale la candela?

"Il ritorno porta addosso mal di testa e mal d'anima"... e un sacco di tristissimi ombrelli.

Biscotti semplicissimi e genuini, proprio come la confettura home made che li tiene insieme, sono una variazione al più classico occhio di bue, ma con una frolla che si scioglie in bocca: è questa la particolarità del metodo "ovis mollis", cioè fatta con il tuorlo di uova sode. 
Una coccola da regalare e da regalarsi, cosparsa di un sottile strato di zucchero a velo che lascia le labbra appiccicose e zuccherine.
Una gioia infinita, almeno loro.

Ingredienti per circa 24 biscotti:
- 150 g di burro
- 200 g di farina 
- 50 g di fecola di patate
- 100 g di zucchero a velo più quello per spolverare
- 8 tuorli
- la scorza di 1 limone biologico grattuggiata
- 1 pizzico di sale
- confettura di albicocche (meglio se fatta in casa)

In un pentolino fate bollire le uova con il guscio per circa 8 minuti, poi lasciatele raffreddare completamente, togliete il guscio e ricavatene i tuorli, che andrete a setacciare. 
Sabbiate il burro insieme alla farina e allo zucchero a velo, poi aggiungete la scorza del limone, la presa di sale e i tuorli e impastate molto velocemente il composto fino a formare il classico panetto (attenzione a non far sciogliere il burro!). 
Riponete la pasta in frigorifero a raffreddare per almeno un'ora, poi, quando è bella dura, tiratela fuori e stendetela (viene meglio tra due fogli di carta da forno) sottilmente, ad uno spessore di circa 2 mm. 
Con lo stampino che più preferite ricavate i biscotti, poneteli su una placca foderata di carta da forno e poi lasciateli ancora in frigorifero per circa 15 minuti. 
Nel frattempo preriscaldate il forno a 200°C e infornate quindi i biscotti per 10-15 minuti, finchè non li vedrete dorati. 
Tirateli fuori e lasciateli raffreddare completamente prima di staccarli dalla placca o finirete per romperli, sono molto delicati. 
Distribuite poi la confettura su una delle estremità dei biscotti, appaiateli e spolverizzateli di zucchero a velo.

lunedì 13 agosto 2012

From Bath with love

Canzone consigliata per il viaggio: 
"Summer Paradise", Simple Plan

 


Bath Abbey

Eggià, sono tornata, purtroppo.
La solita storia: i giorni che passano in un lampo, cercare di vedere il più possibile in un tempo limitatissimo, le foto a manetta per immortalare l'istante. 
Se mi chiedeste un aggettivo per descrivere Bath, bè, potrei trovarvene cinquanta o anche di più, ma nessuno riuscirebbe a farvi capire realmente com'è.
E' una di quelle città che ti conquista e che vorresti non abbandonare più, un posto che appena vedi sai di "aver trovato". 
Una città a misura d'uomo, familiare. 
Rimanere ad occhi aperti davanti all'abbazia, assaggiare qualsiasi tipo di tè nei piccoli negozi artigianali e profumatissimi, fare una partita a scacchi sullla piazza principale, entrare al "Victoria Art Gallery" e ritrovarsi di fronte ad una mostra di giocattoli in legno, andare al centro dedicato a Jane Austen e comprare i biscottini che faceva lei stessa, ritrovandosi all'improvviso nel 1800. 
Visitare gli antichissimi bagni romani e assaggiare l'acqua che sa di ruggine, ricevere un bel ricordino da un gabbiano sulla maglia appena comprata, impazzire di fronte a un negozio di stampini per muffin (ce n'erano di tutti i tipi, non avete idea!!). 
Insomma, a Bath tutto è possibile, anche trovarsi faccia a faccia con uno scoiattolo che si mette tranquillamente in posa finchè non hai finito di scattare la foto. 


Così ho scoperto una delle mie città preferite. 
Una città fatata, speciale. Forse ancora più di Londra, in cui ho passato un giorno piovoso a correre di qua e di là senza una meta precisa, a parte quelle obbligate, con l'umore sotto i piedi zuppi. Da rivedere (e cercare di ri-apprezzare) ancora e ancora, lo so.
London
Ma non c'è alcun dubbio, il mio speaking è migliorato parecchio: lo confermano i "Bye" che ogni tanto mi scappano ancora nei negozi italiani e la pila di libri in inglese che sono tornati insieme a me, nella valigia che non si chiudeva. 
Di una cosa però non sentirò affatto la mancanza (e non pensate subito al caffè, c'è qualcosa di peggio di quella sbobba aromatizzata servita nei bicchieri di cartone).
La guida al contrario!




The Royal Crescent, Bath

lunedì 16 luglio 2012

Muffin semi-integrali ai cereali

 Canzone consigliata per la preparazione:
 "Hey Jude", The Beatles

  
Rullo di tamburi, qualcosa bolle in pentola.
E non sto parlando soltanto di questi muffin, che nonostante il caldo (di cui non ho nemmeno più la forza di parlare) e di conseguenza la scarsa voglia di cucinare e di mangiare ho dovuto provare (è stato più forte di me e ne è valsa la pena, eccome!).
Ton Ton Ton! 
- Se qualcuno conosce un'onomatopea migliore per rappresentare il rullo di tamburi me lo faccia sapere al più presto -.
Sto parlando di un altro imminentissimo viaggio (di studio, non pensate subito male), in Inghilterra, a Bath per la precisione. 
Anche se avrei voluto vedere la foresta di Robin Hood (date un'occhiata a lei e vi verrà voglia di partire subito) e mille altre cose nelle località più svariate del Paese, sono giunta alla conclusione che le città termali siano nel mio DNA. 
Di nuovo in partenza, quindi, e non mi sembra vero.
Sono le stranezze della vita: momenti di completo "stallo", in cui non ci si muove di casa per periodi lunghissimi, e poi d'un colpo, tutte insieme, arrivano le opportunità di viaggiare. 
Da cogliere al volo, letteralmente.
E anche se il mio, di volo, dura solo un paio d'ore, l'eccitazione è alle stelle e la partenza pure (alle 5.30 di mattina in aereoporto, ma dico io!).
Due settimane per migliorare il mio inglese, - piuttosto scadente, a dirla tutta! -, due settimane per conoscere nuove persone e soprattutto, last but not least, per visitare in lungo e in largo Bath e vedere qualcosina di Londra, senza tralasciare una bella abbuffata di muffin, cookies, scones e Co., che male non fa. 
E muffin sia.
Questa ricetta, di Martha Stewart, è utilissima per smaltire i cereali della colazione, quelli che  dopo qualche giorno non si ha più voglia di mangiare col solito latte e che di conseguenza finiscono dimenticati in qualche angolo della dispensa in cucina. 
Perfetti per la colazione e leggerissimi, sono senza burro e semi-integrali, con un deciso sapore di cannella, un colore dorato grazie allo zucchero di canna e una punta di croccantezza data dai cereali. 
See you soon!
 
 Ingredienti per circa 6 muffin:
- 100 g di corn flakes all'uvetta (potete usare anche quelli semplici e aggiungere l'uvetta a parte)
- 60 ml di olio di semi
- 170 ml di latte freddo
- 65 g di farina integrale
- 65 g di farina 00
- 1/2 bustina di lievito in polvere
- 1 cucchiaio di cannella in polvere 
- 1 pizzico di sale
- 1 uovo
- 55 g di zucchero di canna
   
Preriscaldate il forno a 200°C. In una ciotola capiente versate i corn flakes e il latte, mescolate e  lasciate ammorbidire il tutto per circa 5 minuti. Nel frattempo, in un'altra ciotola, setacciate insieme le due farine, il lievito, il sale e la cannella. Sbattete insieme l'uovo, l'olio di semi e lo zucchero, aggiungeteli al composto di cereali e poi unite anche il mix di farine, mescolando bene. 
Distribuite il composto nei pirottini da muffin e riempitene due di acqua (che serviranno per mantenere i muffin umidi in forno). 
Lasciate cuocere per circa 20-25 minuti, controllando con uno stecchino la cottura.
Se a metà cottura vi sembra che si stiano scurendo un po' troppo, abbassate il forno a 180°.
Sfornate i muffin, lasciateli raffreddare e serviteli. 
Martha dice che, se conservati in un sacchettino di plastica, si conservano morbidi per cinque giorni. 
Inutile dirvi che qui sono finiti molto prima.:-)


mercoledì 27 giugno 2012

Nella sabbia e nel sole, Noli

Canzone consigliata per il viaggio: 
"Sapore di sale", Gino Paoli 



Chi non è mai stato a Noli si è perso tanto. 
Come avrete capito sono appena tornata da una settimana di mare, trascorsa in questo piccolo e romanticissimo borgo ligure, uno dei più belli d'Italia, situato tra Spotorno e Finale ligure.
In realtà io Noli siamo amiche da tempo, ma tornarci è ogni volta un'emozione. 
Una vacanza necessaria, di quelle che devono esserci, almeno una volta l'anno, fatta soltanto di sole (le mie spalle scottate lo confermano dolorosamente), mare e amiche.
Amiche con cui, tra parentesi, si fa a gara di abbronzatura.
Persa dal principio, se pensavate il contrario: sono questi i vantaggi di avere una casa al mare e ospitare le amiche dopo esserci state almeno due settimane (ed essere dunque color cioccolato).
Anche sforzandomi, non ce l'ho proprio fatta!:-)


 







Ma sono sconfitte su cui si passa velocemente sopra, specialmente dopo una capatina da Pappus, una delle gelaterie migliori del mondo - passito di pantelleria, strudel di mele, cioccolato fondente e zenzero.. devo continuare? - e una nelle numerose pasticcerie della città. 
Una settimana troppo breve, a dir la verità, tanto da indurci a progettare alternative alle nostre sognate carriere (una bella spiaggia-pasticceria, con dolci fatti in casa: non ci verreste?).
Sono diventata persino brava nel Sudoku. 
Della serie, tutto è possibile.
Però vorrei chiarire, Noli è un posto più adatto a famiglie con bambini che a giovani ruspanti (?) come dovremmo essere noi, quindi se cercate la movida passate oltre questo post, - perchè diciamocelo, alla sera c'è proprio pochino da fare -, ma se avete voglia di una vacanza con la V maiuscola, di quelle che restano nel cuore, è sicuramente il posto giusto. 

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